15 luglio 2022
Si parla tanto di transizione ecologica, ma in concreto quanto si risparmia usando l’energia elettrica al posto della benzina e del gasolio?
Abbandonare l’auto a benzina o a gasolio per passare a un’auto elettrica, a “emissioni zero”? E’ un sogno che molti stanno accarezzando, o comunque valutando per il futuro. A prescindere dal costo della autovettura stessa e della manutenzione, quanto costa ricaricare una auto elettrica? E quanto tempo serve? Esiste la possibilità di ricaricare l’auto a casa propria? Ecco le risposte.
Ricaricare per strada, dalle colonnine elettriche, o a casa?
A tutti sarà capitato di vedere spuntare in giro come funghi delle colonnine con tanto di piazzola di sosta annessa: attualmente è il metodo di ricarica più diffuso.
Sul mercato sono presenti diversi gestori che permettono di effettuare la ricarica tramite delle card o app, sia a consumo che tramite abbonamento. La modalità di ricarica è semplice: si cerca la colonnina (tramite la app del gestore), si abilita il pagamento e si connette il cavo all’automobile. Lo stato della ricarica si può controllare dal display della colonnina o dalla app.
Per caricare l’auto a casa si può sfruttare una comune presa di corrente. Avendo l’accortezza, al limite, di avere una dotazione domestica in kW abbastanza “robusta” per poter fare anche altre attività mentre la macchina è collegata.
Il costo della ricarica
La scelta migliore, per quanto riguarda i costi, è quella di ricaricare l’auto elettrica a casa, spendendo all’incirca 20 centesimi (tariffa media) per kiloWattora. Per avere una autonomia di un centinaio di km, si spendono all’incirca 4 euro per una macchina di media cilindrata.
Il problema, con la ricarica domestica, è il tempo: almeno 5 ore per avere una percorrenza di 100 km, ammettendo di poter usare (caso molto difficile) tutta la dotazione domestica “comune”, ovvero 3 kW. Nel caso più realistico, cioè con più persone in casa, lavatrici ed elettrodomestici in funzione, i tempi si allungano ulteriormente. A meno che non si porti la fornitura di casa a 4.5 kW (o anche a 6), ma in questo caso si avrebbe un aggravio annuo di costi che di solito è compreso tra 35 e 70 euro.
Per ricaricare un’auto elettrica con le colonnine è necessario distinguere tra colonnine in AC (corrente alternata, da 11 e 22kW), DC (corrente continua, da 50kW) e HPC (High Power Charging, fino a 350kW).
Per le colonnine in AC è previsto un costo medio al kWh di 0,40 €, e una tariffa di 0,09 € al minuto (per alcuni operatori come Enel X) che scatta dopo un’ora di occupazione della piazzola dal termine della ricarica.
Per le colonnine in DC il costo medio al kWh si aggira intorno a 0,50 €, più la tariffa di occupazione che di solito è sui 0,18 € al minuto.
Per le colonnine HPC di Ionity (una joint venture nata da un progetto di Volkswagen, BMW, Mercedes, Ford, Hyundai, Audi e Porsche), ad esempio, è previsto un costo a consumo di 0,79 € a kWh. Questo è il prezzo pieno, ma se si può sfruttare il servizio offerto da uno di questi costruttori le tariffe scendono notevolmente. Prendendo come riferimento Mercedes, la tariffa è di 0,29 € a kWh.
In Italia le colonnine HPC sono ancora poche rispetto alle altre, ma nei prossimi anni ne verranno installate migliaia.
L’enorme vantaggio delle HPC è dato dai tempi ridottissimi di ricarica. Per portare all’80% la capacità delle batterie sono sufficienti dai 15 ai 20 minuti.
Un esempio concreto di quanto potrebbe costare un “pieno”? Se in una automobile sono presenti batterie dalla capacità di 42 kWh (come nella 500 EV) è sufficiente moltiplicare 42 per il costo del kWh. Quindi, per le colonnine in AC: 42 x 0,40 € = 16,80 €. Da tenere conto, però, che il consumo elettrico varia a seconda della velocità a cui spingiamo la macchina e alla temperatura delle batterie.
La ricarica si può effettuare anche con una card RFID (oltre che con l’app dell’operatore) che può essere a pagamento o gratuita. La comodità nell’averla consiste nel poter fare rifornimento semplicemente avvicinando la tessera a un riquadro sulla colonnina.
Un piccolo consiglio: meglio non ricaricare le batterie al 100%, ma fermarsi all’80%. In questo modo si aumenta il rendimento complessivo.
E per risparmiare ricaricando l’auto a casa, meglio cambiare fornitore di energia
Sicuri di avere un contratto di fornitura energetica conveniente? Per ricaricare a casa un’automobile elettrica è necessaria molta energia. Per questo motivo, è di fondamentale importanza appoggiarsi a un fornitore affidabile.
Se ancora siete nel mercato tutelato, questa è la migliore occasione per passare al mercato libero e ottenere il massimo risparmio energetico.
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